Gaza: Tra Operazioni Militari, Aiuti Umanitari e Timidi Segnali di Dialogo
Nel cuore martoriato di Gaza, la spirale di violenza continua a stringere la sua morsa, mentre nuove ombre di speranza si profilano all’orizzonte.

La “Gazzetta della Sera” segue con apprensione e profonda umanità gli eventi che si susseguono in questa terra ferita, portando alla luce le voci silenziate e le storie dimenticate.
L’escalation del conflitto ha raggiunto un punto critico con l’intensificarsi delle operazioni di terra da parte delle forze israeliane (IDF) nel centro di Gaza. Jabaliya, nel nord della Striscia, è diventata epicentro di scontri feroci, con l’IDF che dichiara di aver smantellato “centinaia di siti di infrastrutture terroristiche” e neutralizzato numerosi combattenti.
Tunnel sotterranei, descritti come “tunnel del terrore” che si estendono per chilometri, sono stati scoperti e distrutti, rivelando la complessità e la profondità della sfida che le forze israeliane si trovano ad affrontare.
Parallelamente, l’IDF ha emesso ordini di evacuazione per i residenti di Deir al-Balah, segnalando l’imminente espansione delle operazioni militari nel centro della Striscia. Questa decisione, come riportato dal portavoce arabo dell’IDF, Avichay Adraee, costringe migliaia di palestinesi a fuggire verso sud, verso l’area di Mawasi, in cerca di un rifugio che appare sempre più illusorio. Le stime indicano che circa 350.000 persone vivono in questa zona, intrappolate tra il fuoco del conflitto e la disperata ricerca di sicurezza.
La situazione umanitaria a Gaza è giunta a un punto di non ritorno. Al Jazeera riporta che almeno 15 palestinesi sono stati uccisi in attacchi israeliani, nove dei quali mentre cercavano disperatamente cibo ai punti di distribuzione degli aiuti. Testimonianze strazianti emergono dall’ospedale Al-Shifa, dove si racconta di persone uccise mentre aspettavano il cibo a nord-ovest di Gaza City. La Gaza Humanitarian Foundation, un’organizzazione americana che distribuisce cibo secondo un piano concordato da Israele e Stati Uniti, si trova al centro di polemiche, con accuse di morti avvenute nei pressi delle sue strutture. L’esercito israeliano ha ammesso di aver aperto il fuoco “come avvertimento” contro individui sospetti vicino a Rafah, ma nega responsabilità dirette per le vittime.
In questo scenario di crescente disperazione, un raggio di speranza si accende con l’annuncio dell’imminente arrivo di tre camion dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) carichi di medicinali e forniture mediche. Il ministero della Sanità palestinese, gestito da Hamas, ha lanciato un appello accorato alla popolazione affinché protegga il convoglio e ne garantisca l’arrivo sicuro negli ospedali. Questo gesto di solidarietà internazionale rappresenta una boccata d’ossigeno per un sistema sanitario al collasso, sopraffatto dal numero crescente di feriti e dalla cronica carenza di risorse.
Nel frattempo, sul fronte diplomatico, si intravedono spiragli di dialogo. Fonti mediatiche israeliane riferiscono di un cauto ottimismo riguardo ai negoziati per il rilascio degli ostaggi, con la possibilità di un accordo entro due settimane. Nonostante le difficoltà legate al numero di prigionieri da rilasciare per ogni ostaggio, l’influenza del Qatar sembra favorire progressi significativi. Questo sviluppo rappresenta una potenziale svolta nel conflitto, offrendo una via d’uscita dalla spirale di violenza e aprendo la strada a una soluzione politica.
La “Gazzetta della Sera” ha raccolto la voce del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, che ha presieduto una messa nella chiesa della Sacra Famiglia di Gaza, l’unica parrocchia cattolica nella Striscia. La chiesa, colpita da un missile israeliano lo scorso luglio, è diventata simbolo della sofferenza e della resilienza della comunità cristiana locale. Padre Gabriel Romanelli, il parroco ferito nell’attacco, ha lanciato un appello accorato, descrivendo la situazione a Gaza come “molto grave” e chiedendo un intervento urgente per proteggere i civili innocenti.
Oltre il confine, in Siria, la situazione rimane instabile. Dopo giorni di violenze a Sweida, dove scontri tra drusi e beduini hanno causato centinaia di morti, è stato dichiarato un cessate il fuoco e le forze governative si sono ritirate dalla città. Tuttavia, la fragilità della tregua è evidente, con il ministero degli Esteri francese che esorta tutte le parti a rispettare rigorosamente il cessate il fuoco e a porre fine immediatamente ai combattimenti.
In un gesto sorprendente, Israele sta predisponendo l’invio di aiuti sanitari agli alleati drusi a Sweida. Questa decisione, come riportato dal Times of Israel, rappresenta un segno di sostegno a una comunità considerata una minoranza leale in Israele. L’invio di attrezzature mediche e medicinali a un ospedale nella città a maggioranza drusa è un segnale di solidarietà in un momento di grande difficoltà.
L’inviato statunitense Tom Barrack ha lanciato un appello alle fazioni rivali a deporre le armi e a fermare le violenze a Sweida. Barrack ha sottolineato che la Siria si trova a un punto critico e che la pace e il dialogo devono prevalere. Ha inoltre elogiato la decisione del presidente Donald Trump di revocare le sanzioni a Damasco, auspicando un futuro di stabilità e prosperità per il paese.
A Tel Aviv, migliaia di persone hanno manifestato per chiedere il ritorno a casa degli ostaggi tenuti a Gaza da Hamas e per protestare contro la gestione della guerra da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu. I manifestanti, tra cui familiari degli ostaggi e attivisti per la pace, hanno marciato verso la filiale dell’ambasciata degli Stati Uniti, esortando il presidente Trump a raggiungere un accordo per la liberazione degli ostaggi e la fine della guerra. Un enorme cartello sulla sabbia recitava: “Salvate gli ostaggi, mettete fine alla guerra”.
La “Gazzetta della Sera” continua a seguire da vicino gli sviluppi in Medio Oriente, portando alla luce le storie umane dietro i numeri e le statistiche. In questo momento di grande incertezza, il nostro impegno è quello di fornire un’informazione accurata e imparziale, dando voce a chi non ha voce e promuovendo la comprensione e il dialogo tra culture e popoli diversi.
La strada verso la pace è lunga e tortuosa, ma la speranza non deve morire. Con la determinazione e la volontà di tutte le parti, è possibile costruire un futuro di giustizia e prosperità per tutti i popoli della regione.
Aggiornamento: nuove fonti riportano che 39 persone sono morte e oltre cento sono rimaste ferite a causa del fuoco israeliano nei pressi di due centri di distribuzione di aiuti a Gaza. La Protezione civile della Striscia ha denunciato gli attacchi, mentre l’esercito israeliano ha dichiarato di aver aperto il fuoco “come avvertimento” contro individui sospetti vicino a Rafah. Le indagini sono in corso per chiarire le circostanze dell’incidente.


Ucraina: Il presidente Zelensky, nel pieno del conflitto, ha teso una mano a Mosca, proponendo nuovi colloqui
Mentre la guerra in Ucraina entra nel suo 1243° giorno, la tensione resta palpabile su più fronti, tra droni che solcano i cieli e tentativi, seppur timidi, di riavviare il dialogo. Nella notte, Zaporizhzhia è stata nuovamente bersaglio di attacchi aerei, un triste promemoria della fragilità della pace in questa regione martoriata. Il presidente ucraino Zelensky, pur nel pieno del conflitto, ha teso una mano a Mosca, proponendo nuovi colloqui già a partire dalla prossima settimana, un’iniziativa che suona come un disperato appello alla ragione in un momento di crescente escalation.

Intanto, l’ombra della disinformazione russa si allunga sull’Unione Europea. Bruxelles accusa Mosca di essere dietro la mozione di sfiducia contro la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Un portavoce della Commissione ha dichiarato che “fact-checker indipendenti” hanno identificato operazioni russe nel contesto della mozione, un’accusa grave che getta ulteriori ombre sui rapporti già tesi tra l’UE e la Russia. La mozione, presentata da un eurodeputato rumeno e sottoscritta da diversi membri dell’estrema destra europea, era stata precedentemente bocciata, ma le accuse persistenti di interferenza russa sollevano interrogativi inquietanti sulla stabilità politica europea.
Sul campo di battaglia, la situazione rimane critica. Un alto funzionario tedesco ha avvertito che Mosca starebbe pianificando un attacco massiccio con ben 2.000 droni contro l’Ucraina, una mossa che metterebbe a dura prova le difese aeree ucraine. Nella notte, Kiev ha subito un’altra ondata di attacchi, con 57 droni russi intercettati. Tuttavia, i detriti dei droni abbattuti hanno causato danni in diverse località, un segno tangibile della distruzione che incombe sulla popolazione civile.
Anche Mosca è stata bersaglio di attacchi con droni, con conseguenti restrizioni ai voli negli aeroporti della capitale. Il ministero della Difesa russo ha affermato di aver abbattuto 93 droni ucraini, un numero che testimonia l’intensità del conflitto aereo. Parallelamente, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato la prosecuzione del sostegno militare a Kiev, un segnale di solidarietà che però non placa le preoccupazioni per una guerra che sembra non avere fine.
In un contesto già drammatico, la centrale nucleare di Zaporizhzhia continua a destare preoccupazione. Sebbene un incendio boschivo nei pressi dell’impianto non rappresenti attualmente una minaccia immediata, l’Aiea ha espresso preoccupazione per i ripetuti blackout causati dalle azioni russe, che costringono all’uso di generatori diesel, una pratica rischiosa per la sicurezza nucleare. Mentre Rutte si unisce al gruppo di contatto per l’Ucraina, resta viva la speranza di un negoziato. Zelensky ha proposto colloqui diretti a Mosca, un’iniziativa che, seppur fragile, rappresenta un barlume di speranza in un conflitto che ha già causato troppe sofferenze.
L’eco delle esplosioni a Zaporizhzhia, udite nella notte, ci ricordano che ogni giorno che passa è un giorno di troppo. La diplomazia, seppur ardua, resta l’unica via per porre fine a questa spirale di violenza e riportare la pace in una terra martoriata.


Gardaland: 50 Anni di Emozioni, Un Sogno Italiano Che Continua a Incantare Generazioni
Cinquant’anni di sogni, risate e avventure. Gardaland, il parco divertimenti che ha segnato l’immaginario di generazioni di italiani, celebra un traguardo straordinario: mezzo secolo di attività. Un anniversario che non è solo una ricorrenza, ma un vero e proprio tuffo nel cuore della nostra storia collettiva, un viaggio attraverso i cambiamenti del costume, del tempo libero e della società italiana.

Era il 19 luglio 1975 quando, sulle rive del Lago di Garda, un’oasi di divertimento prendeva vita, offrendo un’alternativa spensierata e innovativa al modo di vivere il tempo libero. In un’Italia che si apriva alla modernità, con le autostrade che connettevano le città e le famiglie che scoprivano il piacere delle gite fuori porta, Gardaland rappresentava un sogno a portata di mano, un luogo magico dove l’immaginazione diventava realtà.
Chi non ricorda i preparativi per la gita a Gardaland, l’attesa carica di eccitazione, le cartine stradali accuratamente piegate sul cruscotto dell’auto? Un’epoca in cui il viaggio stesso era parte integrante dell’avventura, un rito di passaggio verso un mondo di meraviglie. Oggi, nell’era delle app e della condivisione istantanea, si prenota con un semplice click e si condividono le emozioni delle montagne russe in diretta sui social media. Ma l’essenza di Gardaland, la sua capacità di far sognare e divertire, è rimasta intatta nel tempo.
Gardaland, più che un semplice parco divertimenti, è un vero e proprio simbolo, un’icona che ha accompagnato la crescita di intere generazioni. Dai pionieri della Generazione X ai nativi digitali della Generazione Alpha, ognuno ha un ricordo speciale legato a questo luogo magico. Un ricordo che profuma di zucchero filato, di risate spensierate, di emozioni condivise con la famiglia e gli amici.
“Gardaland è lo specchio dell’evoluzione del tempo libero e della società”, sottolinea l’amministratore delegato Stefano Cigarini. “Da quando si arrivava con le cartine stradali a oggi, con il navigatore e le app, il Parco ha saputo adattarsi ai cambiamenti del Paese, diventando non solo una meta per i bambini, ma un’esperienza per tutta la famiglia”. Una trasformazione continua, un’evoluzione che ha saputo mantenere intatto il fascino originario, rinnovandolo costantemente con nuove attrazioni e proposte innovative.
Basta chiedere a un italiano qual è il suo ricordo di Gardaland per scoprire un tesoro di emozioni, immagini e storie che uniscono il Paese da nord a sud. Un mosaico di esperienze personali che si fondono in un’unica, grande narrazione collettiva. Storie di famiglie che si ritrovano, di amici che condividono avventure, di coppie che si innamorano. Gardaland è un luogo dove i legami si rafforzano, dove i ricordi si creano e si custodiscono gelosamente nel cuore.
In cinquant’anni, Gardaland ha accolto circa 100 milioni di visitatori, un numero impressionante che testimonia il successo e la popolarità del parco. Ma al di là delle cifre, ciò che conta davvero è l’impatto emotivo che Gardaland ha avuto sulla vita di milioni di persone. Un impatto che si misura in sorrisi, in emozioni, in ricordi indelebili.
Le sue prime giostre, iconiche e sorprendenti, rappresentavano una finestra sul futuro, un’idea di divertimento completamente nuova. Un mondo incantato che ha saputo evolversi nel tempo, anticipando le tendenze e contribuendo a ridefinire il concetto stesso di parco tematico in Italia. Dalle prime attrazioni adrenaliniche alle aree tematiche dedicate ai più piccoli, Gardaland ha saputo offrire un’esperienza adatta a tutte le età e a tutti i gusti.
Il Parco si è trasformato insieme agli italiani: dalle prime giostre alle grandi attrazioni di oggi, da una stagione di pochi mesi a un’apertura di dieci mesi l’anno. Un’evoluzione che ha richiesto investimenti continui, una grande capacità di innovazione e una profonda conoscenza del mercato. Ma il segreto del successo di Gardaland risiede soprattutto nella passione e nella dedizione delle oltre 50mila persone che hanno lavorato nel parco in questi cinquant’anni.
Gardaland non è solo il parco divertimenti più visitato d’Italia, ma un vero e proprio motore economico per il territorio circostante. Un indotto che coinvolge oltre 3.500 strutture ricettive e che genera un impatto occupazionale significativo. “Gardaland ha segnato la storia del costume, del tempo libero e della società italiana”, prosegue Stefano Cigarini. “È sinonimo di divertimento: ognuno conserva un ricordo legato al Parco; un’esperienza con amici, con la propria compagna o con i figli”.
E non dimentichiamo le coppie, giovani e meno giovani, con o senza figli, che da anni, a volte decenni, considerano Gardaland un punto di riferimento irrinunciabile. Molti residenti delle zone limitrofe, da Rovereto a Verona, e di tutta la provincia, hanno trasformato il parco in un’oasi settimanale di svago e relax. Un luogo dove staccare dalla routine quotidiana, rigenerarsi mentalmente e godersi un momento di spensieratezza immersi nel verde e nell’allegria.
Per queste persone, Gardaland è diventato un vero e proprio punto d’incontro, un’occasione per socializzare, fare nuove amicizie e rafforzare i legami esistenti. Molte coppie si ritrovano regolarmente al parco, passeggiano mano nella mano tra le attrazioni, si concedono un pranzo all’aperto e si godono la bellezza del paesaggio circostante. Un rituale che si ripete ogni settimana, un appuntamento fisso che scandisce il ritmo della loro vita.
Nel 2006 si è aperta una nuova fase con l’ingresso nel gruppo Merlin Entertainments, secondo operatore mondiale nel settore delle attrazioni. Un’operazione che ha dato un ulteriore slancio allo sviluppo del parco, rafforzandone il posizionamento internazionale. Da semplice parco divertimenti, Gardaland si è trasformato in un vero e proprio resort, che oggi include attrazioni di ultima generazione, eventi stagionali, tre hotel tematizzati, il Legoland Water Park, unico in Europa, e il Sea Life Aquarium, primo acquario tematico in Italia


Il culmine delle celebrazioni per il 50° anniversario è stato il 50th Anniversary Party, il 19 luglio, una serata-evento che ha ripercorso cinquant’anni di musica e costume. Dagli anni Settanta con l’esibizione esclusiva dei The Trammps dagli USA per poi proseguire con alcuni degli artisti più amati del panorama attuale: Francesca Michielin, Boomdabash, Rkomi, Sarah Toscano, Alex Wyse e Riki. Un evento trasmesso in diretta nazionale che ha coinvolto milioni di persone, celebrando insieme un pezzo di storia italiana.
Ma le celebrazioni non si fermano qui. Anche dopo l’estate, Gardaland continuerà a proporre appuntamenti speciali e iniziative che accompagneranno il pubblico stagione dopo stagione. Un modo per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a rendere Gardaland un luogo magico e indimenticabile. Un luogo dove i sogni diventano realtà, dove le emozioni si moltiplicano e dove i ricordi durano per sempre.


Italia divisa tra caldo soffocante e temporali: un weekend di clima estremo
L’Italia si prepara ad affrontare un fine settimana segnato da un clima a due facce: mentre il Centro-Sud boccheggia sotto la morsa implacabile dell’anticiclone nordafricano, il Nord è costretto a fare i conti con un’instabilità atmosferica che si traduce in piogge e temporali. Una penisola divisa, non solo geograficamente, ma anche climaticamente, con conseguenze dirette sulla vita quotidiana e sulla salute dei cittadini.

Le previsioni meteo delineano uno scenario preoccupante per le regioni centrali e meridionali, dove le temperature sono destinate a impennarsi, superando la soglia critica dei 40 gradi in Sardegna, Sicilia e, localmente, in altre zone del Sud. Un caldo afoso e persistente che mette a dura prova soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione: anziani, bambini e persone con patologie pregresse. La Gazzetta della Sera rinnova il suo appello alla prudenza, invitando i lettori a seguire scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie per proteggersi dagli effetti nocivi delle ondate di calore.
Il Ministero della Salute ha già diramato allerte per diverse città, segnalando un livello di rischio elevato per la salute a Bari, Cagliari, Campobasso, Palermo, Perugia e Roma. L’invito è a evitare l’esposizione prolungata al sole nelle ore più calde, a idratarsi adeguatamente e a prestare particolare attenzione ai soggetti più a rischio. Anche undici altri capoluoghi (Ancona, Bologna, Bolzano, Catania, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Pescara, Reggio Calabria e Rieti) sono sotto osservazione, con un’allerta di livello inferiore, ma comunque da non sottovalutare.
Al Nord, la situazione è decisamente diversa, con il passaggio di perturbazioni atlantiche che porteranno piogge e temporali, soprattutto sulle regioni alpine. Un sollievo temporaneo dalla calura estiva, ma anche un potenziale rischio di fenomeni meteorologici intensi, come grandinate e nubifragi. La Gazzetta della Sera invita i lettori a seguire gli aggiornamenti meteo e a prestare attenzione alle allerte diramate dalla Protezione Civile.
Secondo gli esperti, questa ondata di calore, pur intensa, dovrebbe essere di breve durata, con un cambiamento delle condizioni atmosferiche previsto già tra giovedì e venerdì. Daniele Grifoni, meteorologo del Consorzio Lamma, spiega che l’attuale situazione è dovuta all’afflusso di correnti calde provenienti dal Nord Africa, richiamate da una depressione sul Mediterraneo occidentale. A differenza delle ondate di calore caratterizzate da un vero e proprio anticiclone, questa volta si tratta di un fenomeno più dinamico e meno persistente.
La Gazzetta della Sera continuerà a monitorare l’evoluzione della situazione meteorologica, fornendo ai lettori informazioni accurate e tempestive per affrontare al meglio questo fine settimana di clima estremo. Ricordiamo l’importanza di un’informazione responsabile e di un comportamento consapevole per proteggere la nostra salute e quella dei nostri cari.


Gisele Bündchen: Icona di Bellezza, Forza e Impegno Compie 45 Anni
Il vento sussurra storie di bellezza senza tempo, e oggi, quel vento porta gli auguri alla splendida Gisele Bündchen, che celebra il suo quarantacinquesimo compleanno. Più che una semplice modella, Gisele è un’icona, un simbolo di grazia, forza e impegno, una donna che ha saputo trasformare la sua immagine in un potente strumento per il bene.

Nata il 20 luglio 1980 a Horizontina, nello stato brasiliano di Rio Grande do Sul, Gisele Caroline Bündchen ha conquistato il mondo della moda con la sua bellezza naturale e il suo carisma innato. La sua ascesa è stata rapida e inarrestabile: eletta modella dell’anno nel 1999 dalla prestigiosa rivista Vogue, Gisele ha incarnato un nuovo ideale di bellezza, lontano dagli stereotipi androgini che dominavano le passerelle dell’epoca. La sua figura atletica, il suo sorriso solare e la sua energia contagiosa hanno conquistato stilisti, fotografi e, soprattutto, il pubblico.
La carriera di Gisele è costellata di successi straordinari. Ha sfilato per i più grandi nomi della moda, da Ralph Lauren a Chloe, da Dolce & Gabbana a Versace, da Valentino a Gianfranco Ferré, prestando il suo volto e il suo corpo a creazioni che hanno fatto la storia dello stile. Le copertine delle riviste più importanti del mondo, da Vogue a Marie Claire, da Harper’s Bazaar a Elle, hanno celebrato la sua bellezza, consacrandola come una delle modelle più famose e richieste del pianeta. Gisele ha posato per i più grandi fotografi, da Mario Testino a Steven Meisel, da Craig McDean a Mikael Janssen, da Michael Thompson a Patrick Demarchelier, collaborando a creare immagini indimenticabili che hanno segnato un’epoca.
Ma Gisele è molto più di una top model. È una donna impegnata, consapevole del suo ruolo e della sua responsabilità sociale. Da anni, è Ambasciatrice dell’ONU per l’ambiente, dedicando il suo tempo e la sua energia alla sensibilizzazione sui problemi ambientali e alla promozione di uno stile di vita sostenibile. Gisele è una convinta sostenitrice della necessità di proteggere la natura e di preservare il pianeta per le future generazioni. Ha partecipato a numerose campagne di sensibilizzazione, ha incontrato leader politici e rappresentanti di organizzazioni internazionali, ha promosso progetti di riforestazione e di tutela della biodiversità. Il suo impegno per l’ambiente è autentico e profondo, radicato in un amore sincero per la natura e in una forte consapevolezza della fragilità del nostro ecosistema.
La vita privata di Gisele è stata spesso al centro dell’attenzione dei media. Le sue relazioni sentimentali, in particolare quella con l’attore Leonardo DiCaprio e il matrimonio con il giocatore di football americano Tom Brady, hanno fatto sognare e discutere milioni di persone in tutto il mondo. La storia con DiCaprio, durata diversi anni, è stata una delle più glamour e seguite del jet set internazionale. Il matrimonio con Brady, celebrato nel 2009, ha unito due mondi apparentemente distanti, quello della moda e quello dello sport, creando una coppia iconica e ammirata. Dal loro amore sono nati due figli, Benjamin Rein e Vivian Lake, che rappresentano la gioia e l’orgoglio di Gisele e Tom. Nel 2022, dopo tredici anni di matrimonio, Gisele e Tom hanno annunciato la loro separazione, una decisione difficile e dolorosa che ha segnato la fine di un’era. Nonostante la separazione, Gisele e Tom rimangono legati da un profondo affetto e da un impegno comune nei confronti dei loro figli.
Oltre alla moda e all’impegno ambientale, Gisele ha coltivato anche altre passioni e interessi. Nel 2006, ha fatto una breve apparizione nel film “Il diavolo veste Prada”, interpretando se stessa in un cameo divertente e autoironico. Ha rifiutato, invece, un ruolo nel film “Charlie’s Angels”, preferendo concentrarsi sulla sua carriera di modella e sul suo impegno sociale. Gisele ha anche scritto un libro, “Lessons: My Path to a Meaningful Life”, in cui racconta la sua storia, condividendo le sue esperienze, le sue riflessioni e i suoi insegnamenti. Il libro è un invito a vivere una vita autentica e consapevole, a seguire i propri sogni e a impegnarsi per un mondo migliore.
Gisele Bündchen è un esempio di come la bellezza e il successo possano essere messi al servizio di una causa più grande. È una donna che ha saputo trasformare la sua immagine in un potente strumento per il bene, ispirando milioni di persone in tutto il mondo. Il suo impegno per l’ambiente, la sua dedizione alla famiglia, la sua passione per la vita sono un esempio per tutti noi. Auguri, Gisele, e grazie per essere un’icona di bellezza, forza e impegno.
Ma scaviamo più a fondo nella vita di questa icona. Gisele non è solo una bellezza esteriore. Ha sempre dimostrato una profonda consapevolezza interiore e una forte connessione con le sue radici. Cresciuta in una famiglia numerosa, con cinque sorelle, ha imparato fin da piccola il valore della condivisione, del rispetto e del lavoro di squadra. La sua infanzia in Brasile, immersa nella natura rigogliosa del Rio Grande do Sul, ha contribuito a sviluppare il suo amore per l’ambiente e la sua sensibilità verso i problemi del pianeta. Gisele ha sempre mantenuto un legame forte con la sua famiglia e con il suo paese d’origine, tornando spesso in Brasile per trascorrere del tempo con i suoi cari e per sostenere progetti sociali e ambientali.
La sua carriera, iniziata quasi per caso, quando è stata scoperta da un’agenzia di moda durante una gita scolastica, è stata caratterizzata da scelte coraggiose e da una grande determinazione. Gisele ha saputo reinventarsi nel corso degli anni, passando dalle passerelle alle copertine delle riviste, dalla pubblicità al cinema, senza mai perdere la sua autenticità e il suo stile unico. Ha saputo gestire la sua immagine con intelligenza e consapevolezza, scegliendo con cura i progetti a cui partecipare e le cause da sostenere. Ha saputo trasformare la sua popolarità in un’opportunità per sensibilizzare il pubblico su temi importanti come l’ambiente, la salute e l’educazione.
Il suo impegno per l’ambiente è particolarmente significativo. Gisele è una voce autorevole nella lotta contro i cambiamenti climatici e la deforestazione. Ha partecipato a numerose iniziative per la protezione della foresta amazzonica, per la promozione dell’agricoltura sostenibile e per la riduzione dell’inquinamento. Ha collaborato con organizzazioni come il WWF e la Rainforest Alliance, sostenendo progetti di conservazione della biodiversità e di sviluppo delle comunità locali. Ha utilizzato i suoi canali social per diffondere messaggi di sensibilizzazione e per invitare i suoi follower a fare scelte più responsabili e sostenibili. Gisele è un esempio di come una persona famosa possa utilizzare la sua influenza per fare la differenza e per contribuire a costruire un futuro migliore per tutti.


La sua vita privata, pur essendo stata spesso sotto i riflettori, è sempre stata caratterizzata da una grande discrezione e da un forte attaccamento ai valori familiari. Gisele ha sempre cercato di proteggere la sua privacy e quella dei suoi figli, evitando di esporli eccessivamente ai media. Ha sempre messo al primo posto il benessere della sua famiglia, dedicando loro tempo ed energie. Ha sempre cercato di conciliare la sua carriera con il suo ruolo di madre, dimostrando che è possibile avere successo nel lavoro senza rinunciare alla propria vita personale. Gisele è un esempio di donna moderna, indipendente e realizzata, che sa gestire con equilibrio e saggezza le diverse sfide della vita.
Gisele Bündchen è molto più di una supermodella. È un’icona di stile, un esempio di impegno sociale, una donna che ha saputo trasformare la sua bellezza e il suo successo in un’opportunità per fare del bene. Il suo quarantacinquesimo compleanno è un’occasione per celebrare la sua vita, la sua carriera e il suo contributo al mondo. Auguri, Gisele, e grazie per essere un’ispirazione per tutti noi.


Roma si Unisce Contro la Violenza di Genere: Un Protocollo per la Parità e la Tutela
Roma si fa scudo contro la violenza di genere, stringendo un patto significativo tra l’amministrazione comunale e Confcommercio Roma. Un’alleanza che profuma di speranza, un impegno concreto per tessere una rete di protezione attorno alle donne, promuovendo una cultura di pari opportunità e sradicando le discriminazioni che ancora troppo spesso avvelenano il nostro tessuto sociale.

Il protocollo d’intesa, siglato con determinazione, si proietta nel futuro con una validità triennale, ergendosi a baluardo contro ogni forma di prevaricazione. Un accordo dinamico, aperto a successive integrazioni, per affinare costantemente le strategie di contrasto e rispondere con prontezza alle nuove sfide che il fenomeno presenta.
Nella cornice della sede di Confcommercio Roma, le parole risuonavano cariche di significato. Simona Petrozzi, presidente di Terziario Donna Confcommercio Roma, ha espresso con forza la gioia per un protocollo che mira a estirpare la violenza dalle aziende, dalle istituzioni e dalle mura domestiche.
Monica Lucarelli, assessora alle Attività produttive e alle Pari opportunità di Roma, ha sottolineato l’importanza che il mondo delle imprese si faccia carico della responsabilità di smantellare gli stereotipi di genere, ancora oggi, nel 2025, fonte di inaudite sofferenze.
L’assessora Lucarelli ha ribadito con passione la necessità di azioni concrete, di un impegno sinergico per affrontare le situazioni in cui le donne subiscono violenza e molestie, anche nei luoghi di lavoro. Basta con le celebrazioni simboliche, ha tuonato, è tempo di un cambiamento reale, di un impegno che vada oltre le apparenze.
Pier Andrea Chevallard, presidente di Confcommercio Roma, ha definito la lotta alla discriminazione di genere un tema di assoluta rilevanza per l’associazione. Un monito a non restare inerti di fronte a un fenomeno che continua a mietere vittime, un invito a unire le forze per costruire un futuro più giusto e sicuro per tutte le donne.
L’accordo prevede un impegno concreto dell’assessorato capitolino nella promozione di campagne di prevenzione, nella diffusione di progetti per l’autonomia femminile e nel sostegno a iniziative contro molestie e discriminazioni. Parallelamente, Terziario Donna si attiverà per definire procedure condivise con i centri antiviolenza e tutti gli attori impegnati sul territorio. Un lavoro di squadra fondamentale per garantire un sostegno concreto e tempestivo alle donne che subiscono violenza.
Un passo avanti, dunque, nella costruzione di una società più giusta e rispettosa, dove la parità di genere non sia solo una chimera, ma una realtà tangibile. Un impegno che la Gazzetta della Sera seguirà con attenzione, dando voce a chi non ne ha e contribuendo a diffondere una cultura di rispetto e consapevolezza.


Matrimoni a Roma: un amore in declino? Numeri e riflessioni sulla crisi delle nozze nella Capitale
Roma, città eterna, specchio di amori fugaci o promesse mancate? I numeri, impietosi, ci raccontano di un calo nei matrimoni che sembra inesorabile. Nel 2024, appena 6.440 coppie hanno pronunciato il fatidico “sì” nella Capitale, segnando un minimo storico dal 2015 (pandemia esclusa, un periodo a sé). Un dato che ci interroga: cosa sta succedendo ai cuori dei romani?

Le statistiche, fornite dal Comune, dipingono un quadro chiaro: un declino costante. Se nel 2015 e 2016 si celebravano ancora quasi 8.000 matrimoni, il 2019 vedeva già un calo a 6.672. Il 2020, l’anno del lockdown, un abisso con sole 4.031 unioni. Un timido risveglio negli anni successivi, ma il 2024 riporta la Capitale nell’ombra.
E non è solo il numero a diminuire, ma anche il modo di sposarsi. Sempre meno coppie scelgono la solennità di una chiesa: solo il 31,6% opta per il rito religioso. La maggioranza preferisce la cerimonia civile, forse più in linea con una società in rapida trasformazione.
Chi sono, dunque, questi sposi del 2024? La maggior parte ha tra i 30 e i 34 anni, seguiti dalla fascia 40-49 e 35-39. Giovani adulti, nel pieno della vita, che si affacciano al matrimonio con una consapevolezza diversa, forse più cauta.
Questa crisi delle nozze ha delle ripercussioni sulla tenuta delle relazioni? Sembrerebbe di sì. Nel 2024 si sono registrati oltre 3.000 accordi tra divorzi e separazioni, un dato stabile rispetto all’anno precedente. Un campanello d’allarme che ci invita a riflettere sulla fragilità dei legami.
Eppure, Roma rimane un sogno per molti, soprattutto stranieri, che scelgono la città eterna come sfondo per il loro giorno più bello. Un business fiorente, con location esclusive che arrivano a costare cifre da capogiro. Ma dietro la facciata patinata, resta l’interrogativo: cosa significa sposarsi oggi a Roma? Un atto d’amore coraggioso, una scommessa sul futuro, o un’illusione destinata a svanire?


Azzurri in Volo a Londra: Zenoni da Record, Iapichino Sfiora il Sogno, Furlani nel Futuro
Una serata di emozioni indimenticabili quella vissuta a Londra, dove i nostri atleti hanno saputo infiammare il cuore degli appassionati e onorare i colori azzurri. Non solo medaglie, ma soprattutto storie di impegno, passione e resilienza che meritano di essere raccontate.
Marta Zenoni ha riscritto la storia del miglio italiano, fermando il cronometro a 4’17″16. Un tempo che non è solo un record, ma il simbolo di una crescita costante, di una determinazione che l’ha portata a superare i propri limiti e a guardare con fiducia al futuro. Il suo quinto posto finale è la ciliegina su una torta fatta di sacrifici e allenamenti incessanti.

Accanto a lei, Gaia Sabbatini, con un tempo di 4’19″83, ha dimostrato di avere le carte in regola per competere ai massimi livelli, migliorando anch’essa il precedente primato italiano. Un risultato che testimonia la vitalità del mezzofondo italiano e la presenza di un gruppo di atlete pronte a darsi battaglia per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi.Larissa Iapichino ha sfiorato un successo che sarebbe stato il regalo di compleanno perfetto. Il suo 6,92, a un solo centimetro dalla Mihambo, è la prova di un talento cristallino e di una capacità di esprimersi al meglio nei momenti decisivi. La sua grinta e la sua eleganza sulla pedana sono un esempio per tutti i giovani che sognano di emularla.
Mattia Furlani, su una pedana resa insidiosa dalla pioggia, ha conquistato un onorevole quarto posto con 8,05 metri. Un risultato che, pur non soddisfacendolo pienamente, conferma il suo valore e le sue potenzialità. La sua giovane età è una promessa per il futuro, un invito a continuare a lavorare con umiltà e dedizione per raggiungere traguardi ancora più prestigiosi.
La serata londinese ci consegna dunque un’Italia dell’atletica che sa emozionare, che sa soffrire e che sa rialzarsi. Un’Italia fatta di atleti che, con il loro talento e la loro passione, ci fanno sognare e ci rendono orgogliosi di essere italiani.


Sofia Raffaeli incanta Milano: oro nella Coppa del Mondo di ginnastica ritmica
Milano, una città che vibra di passione sportiva, ha fatto da cornice al trionfo di Sofia Raffaeli, la ginnasta azzurra che incanta il mondo con la sua grazia e determinazione. Nella tappa finale della Coppa del Mondo di ginnastica ritmica, la nostra Sofia ha conquistato l’oro nell’All Around, un successo che va oltre la semplice competizione, toccando le corde dell’emozione e dell’orgoglio nazionale.
Con 118.250 punti, Sofia ha lasciato alle spalle la formidabile Darja Varfolomeev, un’avversaria di altissimo livello, in una sfida che ha tenuto il pubblico con il fiato sospeso fino all’ultimo istante. Questo trionfo meneghino, che segue il successo di Baku, è un ulteriore sigillo sulla grandezza di un’atleta che, nonostante la giovane età, ha già scritto pagine indelebili nella storia della ginnastica ritmica.
“Mi sono sentita molto bene, più sicura”, ha confidato Sofia, rivelando la chiave di questa vittoria: la capacità di affinare ogni dettaglio, di trasformare ogni movimento in un’espressione di pura armonia. Parole che testimoniano la sua umiltà e la sua dedizione, qualità che la rendono un esempio per tutti i giovani sportivi.
Accanto a Sofia, brilla anche la stella di Tara Dragas, la giovane promessa friulana che ha conquistato un meritatissimo quinto posto. Un risultato che premia il suo talento e il suo impegno, e che testimonia la vitalità della ginnastica ritmica italiana. “Allenarmi con Tara mi aiuta molto”, ha detto Sofia, sottolineando l’importanza del lavoro di squadra e del sostegno reciproco. Un legame che va oltre la competizione, trasformandosi in una forza trainante per entrambe.
La Gazzetta della Sera celebra con orgoglio il trionfo di Sofia Raffaeli e la splendida prestazione di Tara Dragas, due atlete che incarnano i valori dello sport: sacrificio, passione e fair play. Un esempio luminoso per l’Italia intera.



Manila Esposito: L’Oro di Napoli Brilla sull’Europa, una Doppietta nella Storia della Ginnastica
Lipsia, Germania – Manila Esposito, la diciottenne ginnasta napoletana, ha compiuto un’impresa che risuona non solo nel mondo dello sport, ma anche nel cuore di un’intera nazione. Con una performance che ha incarnato grazia, forza e determinazione, Esposito ha conquistato l’oro nell’all-around agli Europei di Lipsia, un risultato che la consacra come una delle figure più luminose della ginnastica artistica italiana. Ma la sua vittoria va oltre la mera competizione sportiva; è una storia di perseveranza, di talento coltivato con sacrificio, e di un sogno che si avvera sotto i riflettori di un palcoscenico internazionale.

L’Arena di Lipsia ha assistito a un momento storico. Manila Esposito, già campionessa europea in carica, si è presentata con la pressione di confermare il titolo conquistato a Rimini l’anno precedente. Una sfida non da poco, considerando l’agguerrita concorrenza e le aspettative del pubblico e degli addetti ai lavori. Ma la giovane atleta ha saputo trasformare la pressione in energia positiva, dimostrando una maturità e una sicurezza che raramente si riscontrano in atlete della sua età.
La competizione è stata serrata, con ogni esercizio valutato al millesimo di punto. Esposito ha iniziato con una performance solida al volteggio, per poi eccellere alle parallele asimmetriche, un attrezzo che richiede precisione e controllo assoluto. La trave, da sempre croce e delizia delle ginnaste, è stata superata con eleganza e senza sbavature, dimostrando una tenuta mentale invidiabile. Infine, il corpo libero, l’esercizio che più esalta la creatività e l’espressività dell’atleta, è stato eseguito con una passione contagiosa, culminando in un’ovazione del pubblico presente.
Il punteggio finale di 54.965 ha sancito la sua vittoria, davanti alla spagnola Alba Patisco (53.265) e alla rumena Ana Barbosu (52.299). Un risultato che non solo conferma il suo talento, ma che la proietta nell’olimpo della ginnastica artistica europea. Manila Esposito è solo la terza italiana a vincere il titolo europeo all-around, dopo Vanessa Ferrari (Amsterdam 2007) e Asia D’Amato (Monaco 2022). Ma la sua doppietta consecutiva è un’impresa senza precedenti, un record che la rende unica nella storia della ginnastica italiana.
Ma chi è Manila Esposito al di là dei successi sportivi? È una ragazza di 18 anni, con la passione per la ginnastica che l’accompagna fin dalla tenera età. Cresciuta in una famiglia che l’ha sempre sostenuta e incoraggiata, ha dedicato la sua vita allo sport, allenandosi duramente e superando ostacoli di ogni genere. Il suo è un esempio di come la dedizione, il sacrificio e la passione possano portare a risultati straordinari. La sua vittoria è un messaggio di speranza per tutti i giovani che sognano di eccellere nello sport e nella vita.
Il successo di Manila Esposito è anche il frutto del lavoro di un team affiatato, composto da allenatori, preparatori atletici e medici, che l’hanno seguita passo dopo passo, aiutandola a crescere e a migliorare costantemente. Un team che ha saputo creare un ambiente positivo e stimolante, in cui l’atleta potesse esprimere al meglio il suo potenziale. Un plauso va anche alla Federazione Ginnastica d’Italia (FGI), che ha investito nel talento di Esposito, offrendole le migliori opportunità di allenamento e di competizione.
Oltre all’oro nell’all-around, Manila Esposito ha contribuito in modo determinante alla vittoria della squadra italiana (le “Fate”) nella competizione a squadre, confermando il dominio azzurro in Europa. Un en plein che dimostra la forza e la qualità della ginnastica italiana, che può contare su un vivaio di talenti in continua crescita. La vittoria a squadre è un successo corale, che premia il lavoro di squadra e la coesione del gruppo. Le “Fate” hanno dimostrato di essere un team unito e determinato, capace di superare ogni difficoltà e di raggiungere obiettivi ambiziosi.
La Gazzetta della Sera celebra con orgoglio il successo di Manila Esposito, un’atleta che incarna i valori dello sport e che rappresenta un esempio positivo per tutti i giovani. La sua storia è una fonte di ispirazione e un invito a credere nei propri sogni, a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà e a lottare sempre per raggiungere i propri obiettivi. Manila Esposito è un orgoglio per l’Italia e una promessa per il futuro della ginnastica artistica mondiale.
Il futuro di Manila Esposito è tutto da scrivere, ma le premesse sono più che incoraggianti. Con il talento, la determinazione e la passione che la contraddistinguono, la giovane ginnasta napoletana può ambire a traguardi ancora più prestigiosi, come le Olimpiadi di Parigi 2024. Un appuntamento che rappresenta il sogno di ogni atleta e che Manila Esposito affronterà con la consapevolezza di avere tutte le carte in regola per competere al massimo livello. La Gazzetta della Sera seguirà con attenzione il suo percorso, pronta a celebrare ogni suo successo e a raccontare le sue emozioni.



Estate in Gabbia: Traffico Impazzito, Autostrade Ostaggio dell’Esodo
Il sole alto, l’estate che esplode in un tripudio di colori e la promessa di giorni spensierati. Ma, come spesso accade, il sogno si infrange contro il muro della realtà: il traffico. Questo fine settimana, il primo vero esodo estivo ha trasformato le autostrade italiane in un serpentone di lamiere roventi, un calvario per chi inseguiva un po’ di refrigerio lontano dalla città.

L’Autobrennero, arteria vitale per il turismo, ha subito un duro colpo a causa di un incendio improvviso di un furgone nei pressi di Bolzano. Le fiamme, domate con prontezza dai vigili del fuoco, hanno lasciato dietro di sé chilometri di coda e la frustrazione di migliaia di viaggiatori, molti dei quali stranieri, diretti verso le spiagge assolate o le città d’arte del nostro paese. Immaginiamo la delusione di quelle famiglie, il disappunto nei loro occhi, mentre il tempo prezioso delle vacanze si dissolveva lentamente nell’attesa.
Le previsioni non sono incoraggianti. Le prossime ore si preannunciano critiche, con bollino rosso confermato per i rientri. Le principali arterie, dalla A1 Milano-Napoli alla A14 Adriatica, passando per la A4 Torino-Trieste, rischiano di trasformarsi in trappole infernali. Anche le strade statali, come la SS16 Adriatica, e le vie regionali di Liguria, Toscana e Puglia, saranno messe a dura prova dall’esodo di massa.
La Gazzetta della Sera si unisce all’appello alla prudenza. Prima di mettervi in viaggio, consultate le previsioni del traffico, scegliete orari meno congestionati e, soprattutto, guidate con attenzione. Ricordate che dietro ogni volante c’è una persona, una famiglia, un sogno. Un piccolo gesto di cortesia può fare la differenza e trasformare un viaggio stressante in un’esperienza più serena.
Per agevolare la circolazione, ricordiamo che vige il divieto di transito per i mezzi pesanti. Evitiamo, se possibile, le fasce orarie più critiche, soprattutto la mattina per le partenze e il pomeriggio per i rientri. E non dimentichiamo di portare con noi acqua, cibo e tutto il necessario per affrontare eventuali imprevisti. Buon viaggio, Italia, e che la strada sia con voi.


Singapore In Argento: L’Italia Del Nuoto Di Fondo Brilla Ai Mondiali
Singapore si tinge d’argento per l’Italia del nuoto di fondo. Nella baia di Sentosa, l’ultima fatica iridata, la staffetta 4×1500 metri mista, regala emozioni e una preziosa medaglia. Barbara Pozzobon, Ginevra Taddeucci, Marcello Guidi e Gregorio Paltrinieri, un quartetto di cuori azzurri, chiudono alle spalle della corazzata tedesca, trascinata da un Florian Wellbrock in stato di grazia, autore di un poker d’oro che resterà negli annali.

Un argento che brilla di luce propria, conquistato con grinta e determinazione. Solo 2″10 separano i nostri campioni dalla vetta, un distacco minimo che testimonia la loro forza e il loro spirito combattivo. L’Ungheria completa il podio, mentre l’Australia, campione in carica, deve accontentarsi del quinto posto.
Per Ginevra Taddeucci, questo argento rappresenta il coronamento di un Mondiale straordinario, con ben quattro medaglie dello stesso metallo al collo. Un risultato storico, che la consacra come una delle stelle più luminose del nuoto di fondo italiano. Anche Gregorio Paltrinieri torna a casa con tre medaglie, a dispetto di un piccolo infortunio alla mano che non ha scalfito la sua voglia di lottare.
All’ultimo cambio, Paltrinieri si è lanciato all’inseguimento di Wellbrock, cercando di colmare il gap e di arginare il ritorno dell’ungherese Betlehem. Un finale al cardiopalma, che ha tenuto tutti con il fiato sospeso fino all’ultimo metro. “È stata una gara bellissima”, ha commentato Paltrinieri a caldo. “Sapevamo di poter lottare per qualcosa di importante e lo abbiamo dimostrato”.
Un plauso va anche a Marcello Guidi, che con una frazione di grande carattere ha recuperato terreno prezioso, e a Barbara Pozzobon, che ha lanciato la staffetta azzurra mantenendola subito nelle posizioni di vertice. Un lavoro di squadra perfetto, che ha permesso all’Italia di confermarsi ai vertici del nuoto di fondo mondiale.
Il Mondiale di Singapore si chiude con il trionfo di Wellbrock e il poker d’argento di Taddeucci, ma soprattutto con la consapevolezza di un’Italia che sa emozionare e competere ai massimi livelli. Un’Italia che, ancora una volta, ha saputo far battere forte il cuore dei suoi tifosi.


Europei Femminili, Germania eroica: Francia piegata ai rigori, semifinale con la Spagna
Un dramma sportivo si è consumato sul prato verde degli Europei di calcio femminile, dove la nazionale tedesca ha strappato con le unghie e con i denti un posto in semifinale, superando la Francia al termine di una maratona di emozioni e rigori. Un 7-6 che sa di beffa per le transalpine, capaci di andare in vantaggio e di giocare in superiorità numerica per gran parte della gara, ma incapaci di capitalizzare il vantaggio.

La Germania, colpita da un’espulsione precoce, ha dimostrato una resilienza straordinaria, un cuore che pulsa all’unisono e una determinazione che affonda le radici nella sua gloriosa storia calcistica. Le ragazze tedesche, guidate da una grinta feroce, affronteranno ora la Spagna in una semifinale che promette scintille. Le iberiche, pur vittoriose sulla Svizzera per 2-0, hanno mostrato qualche fragilità dagli undici metri, sbagliando ben due rigori e colpendo tre pali: segnali che la Germania proverà a sfruttare.
Per la Francia, resta l’amaro in bocca di un’occasione sprecata, un torneo maledetto che le vede ancora una volta fermarsi a un passo dal sogno. Ma lo sport, si sa, è fatto di gioie e dolori, di trionfi e sconfitte. E la Germania, con la sua undicesima semifinale continentale, dimostra di essere una potenza inarrestabile nel panorama del calcio femminile europeo.
Ora, l’attenzione si sposta sulla prima semifinale, un derby europeo che vedrà l’Inghilterra affrontare l’Italia. Un match che promette spettacolo e passione, con due squadre pronte a darsi battaglia per un posto nella finale che vale una stagione, una carriera, un sogno.



Giubileo dei Giovani: Roma si prepara all’accoglienza, l’appello per le docce e il rispetto del patrimonio.
Roma si prepara ad accogliere un’ondata di giovani pellegrini per il Giubileo, un evento che promette di infondere nuova energia e spiritualità nella città eterna. Tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, si prevede l’arrivo di circa un milione di ragazzi provenienti da ogni angolo del mondo, un’affluenza che richiederà un’attenta pianificazione e un’accoglienza calorosa.
Monsignor Fisichella, figura chiave nell’organizzazione del Giubileo, ha sollevato una questione pratica ma essenziale durante una seduta straordinaria dell’Assemblea Capitolina presso l’Università di Tor Vergata: la necessità di garantire adeguate strutture per l’igiene personale. “Abbiamo bisogno anche delle docce”, ha affermato Monsignor Fisichella, rivolgendosi al coordinatore dei servizi di accoglienza. “Si potrà ridere, ma saranno necessarie”.
La richiesta, lungi dall’essere un dettaglio insignificante, evidenzia la consapevolezza della complessa macchina organizzativa che si sta mettendo in moto. Offrire ai giovani pellegrini la possibilità di rinfrescarsi e prendersi cura di sé non è solo una questione di decoro, ma anche un segno di rispetto e attenzione verso chi si appresta a vivere un’esperienza spirituale intensa. L’appello è a trovare soluzioni creative, magari sfruttando le risorse esistenti come i giardini pubblici, per allestire punti di ristoro e igiene accessibili a tutti.
L’obiettivo, sottolinea Monsignor Fisichella, è evitare che i giovani, spinti dalla necessità di refrigerio, si riversino nelle fontane monumentali, causando potenziali disagi e danni al patrimonio artistico della città. Roma, con la sua storia millenaria e la sua bellezza senza tempo, merita di essere preservata e valorizzata, anche durante un evento di tale portata. Nei primi sei mesi dell’anno, Roma ha già accolto quindici milioni di pellegrini. Un numero impressionante, che testimonia la sua vocazione universale e la sua capacità di attrarre fedeli e visitatori da ogni parte del globo. La “Gazzetta della Sera” continuerà a seguire da vicino i preparativi per il Giubileo dei Giovani, raccontando le storie, le sfide e le speranze di chi si appresta a vivere questo momento storico.



Atene ’97, l’oro ritrovato: dopo 28 anni la staffetta britannica celebra il trionfo, tra giustizia e memoria
Una giustizia sportiva tardiva, ma forse per questo ancora più pregna di significato, ha illuminato il cielo di Londra. A 28 anni di distanza da quel secondo posto che sapeva di amaro, la staffetta 4×400 britannica ha finalmente ricevuto l’oro iridato dei Mondiali di Atene ’97. Un oro a lungo conteso, strappato agli Stati Uniti dopo le confessioni dolorose di Antonio Pettigrew, anima tormentata di quella squadra, che nel 2008 ammise l’uso di sostanze dopanti, aprendo un vaso di Pandora di conseguenze legali e morali.
La cerimonia, carica di emozione, si è svolta durante la tappa della Diamond League nella capitale inglese. Roger Black, Iwan Thomas, Jamie Baulch, Mark Richardson e Mark Hylton, eroi di un tempo che il tempo aveva ingiustamente relegato nell’ombra, sono saliti sul podio, avvolti dall’abbraccio di 60.000 spettatori. L’inno nazionale, le note di ‘God Save the Queen’, hanno risuonato come una liberazione, come il sigillo su una ferita che non si era mai rimarginata del tutto.
“Siamo immensamente orgogliosi di poter restituire a questi atleti il loro momento di gloria”, ha dichiarato con voce commossa Cherry Alexander, figura chiave di British Athletics. “Questa medaglia, conquistata con sacrificio e lealtà, assume oggi un valore ancora più profondo, perché giunge al termine di un’attesa straziante”. Parole che risuonano come un monito, un invito a non dimenticare le ombre che a volte si celano dietro le luci della ribalta. La storia di Pettigrew, scomparso prematuramente nel 2010, resta una ferita aperta, un memento sulla fragilità umana e sulle derive che lo sport, a volte, può innescare.



Tra Cremlino e Vaticano: un dialogo per la pace nel cuore della tempesta ucraina
In un momento storico segnato da tensioni e incertezze, il dialogo tra la Russia e la Santa Sede emerge come un faro di speranza, un’eccezione positiva nel panorama europeo e mondiale. L’ambasciatore russo presso la Santa Sede, Ivan Soltanovsky, sottolinea l’importanza di questo rapporto, descrivendolo come “rispettoso, continuo e pragmatico”. Un’interazione che, secondo Mosca, riveste un significato politico globale.
Dalle finestre dell’ambasciata russa, i pellegrini diretti a San Pietro diventano quasi una metafora del cammino verso la pace, un percorso arduo ma non impossibile. La telefonata di Vladimir Putin a Papa Leone XIV, avvenuta all’inizio di giugno, è stata interpretata come un segnale di distensione, un gesto di attenzione verso il nuovo Pontefice. Un colloquio che, al di là delle formalità, ha affrontato temi cruciali, tra cui il conflitto in Ucraina.
Mosca non vede la Santa Sede come un mediatore politico diretto, ma piuttosto come un facilitatore, un attore capace di creare un clima favorevole al dialogo tra le parti. Un ruolo che si concretizza soprattutto nell’ambito umanitario, con l’impegno del Vaticano nello scambio dei prigionieri di guerra e nel rimpatrio dei bambini ucraini. In questo contesto, la figura del cardinale Matteo Zuppi, incaricato della “missione di pace” voluta da Papa Francesco, assume un’importanza cruciale. Il diplomatico russo ha riconosciuto il ruolo fruttuoso del Cardinale anche nella liberazione di civili russi.
L’apertura del Papa ad accogliere a Roma rappresentanti di Mosca e Kiev per “far incontrare i nemici” è accolta con favore, pur con alcune riserve. Soltanovsky evidenzia le difficoltà logistiche e politiche legate all’attuazione di tale progetto, suggerendo la Turchia come sede alternativa per eventuali incontri. Tuttavia, Mosca non vuole apparire ingrata verso il Pontefice, riconoscendo il suo impegno per la pace.
Durante la telefonata tra Putin e Papa Leone XIV, sono state affrontate questioni di portata mondiale, come la situazione dei cristiani nel mondo e le crisi in Medio Oriente. La Russia considera la Santa Sede un elemento di stabilità globale, un punto di riferimento in un mondo sempre più frammentato.
La Russia, pur ribadendo la sua volontà di pace, pone delle condizioni. Tra queste, la neutralità dell’Ucraina, la fine delle discriminazioni verso la lingua russa e la tutela della Chiesa ortodossa canonica in Ucraina. Senza la risoluzione di queste problematiche, un cessate il fuoco rischia di essere vanificato dal continuo afflusso di armi a Kiev.
L’ambasciatore russo respinge le accuse di attacchi indiscriminati contro i civili ucraini, affermando che le forze russe mirano esclusivamente a obiettivi militari. Allo stesso modo, definisce “fobie” le paure di un’aggressione russa all’Europa, sottolineando l’importanza di una cooperazione tra Russia ed Europa per la costruzione di un sistema di sicurezza continentale.
Infine, Soltanovsky precisa che una visita del Papa in Russia non è attualmente all’ordine del giorno, pur riconoscendo l’importanza della dimensione religiosa nei rapporti tra i due paesi. Il dialogo tra Mosca e la Santa Sede continua, quindi, nel segno della speranza e della ricerca di una pace giusta e duratura


Sinner si ferma a Toronto: una pausa per ricaricare le energie e prepararsi agli US Open
Il mondo del tennis trattiene il fiato, mentre Jannik Sinner, l’astro nascente che ha infiammato i cuori a Wimbledon, annuncia una pausa riflessiva. Niente Masters 1000 di Toronto per il giovane campione, una decisione ponderata per ascoltare il corpo e affinare la preparazione in vista di una stagione sul cemento che si preannuncia incandescent.
Dopo la storica vittoria contro Alcaraz, un trionfo che ha scolpito il suo nome nell’Olimpo del tennis, Sinner sceglie di ricaricare le energie, di concedersi un respiro prima di affrontare le sfide americane. Un atto di saggezza, un segnale di maturità che va oltre la semplice competizione sportiva. Non sarà solo, in questa pausa: anche Draper e Djokovic rinunciano al torneo canadese.
L’attesa si sposta ora verso Cincinnati, un appuntamento cruciale per il ranking e un banco di prova fondamentale in vista degli US Open. Proprio a New York, dove lo scorso anno Sinner ha trionfato su Fritz, si consumerà l’ultimo atto di questa stagione Slam. Un torneo che vedrà Jannik difendere il titolo, un compito arduo ma che lo vedrà sicuramente protagonista. Il calendario è segnato: dal 24 agosto al 7 settembre, gli occhi del mondo saranno puntati su di lui, pronti a vivere nuove emozioni, a sognare nuove imprese. Perché Sinner non è solo un tennista, è un simbolo di passione, di dedizione, di un’Italia che crede nei suoi talenti.



Papa Leone XIV incontra Zelensky: “Pronti a ospitare in Vaticano i negoziati di pace
Città del Vaticano – In un momento di crescente tensione globale, Papa Leone XIV ha ricevuto oggi in Vaticano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, offrendo la disponibilità della Santa Sede a ospitare futuri negoziati di pace tra Ucraina e Russia. L’incontro, durato oltre un’ora, si è svolto in un clima di profonda cordialità e preoccupazione per il conflitto in corso, come riportato da fonti vaticane accreditate. Non sono trapelati ulteriori dettagli specifici sul contenuto del colloquio, ma è evidente la volontà del Pontefice di svolgere un ruolo attivo nel promuovere una soluzione diplomatica alla crisi.
L’offerta di ospitare i negoziati in Vaticano rappresenta un’iniziativa significativa, che sottolinea l’impegno della Chiesa Cattolica nel perseguire la pace e la riconciliazione tra le nazioni. La Santa Sede, forte della sua neutralità e della sua autorità morale, potrebbe fungere da mediatore imparziale tra le parti in conflitto, facilitando un dialogo costruttivo e la ricerca di un terreno comune. Va ricordato che il Vaticano ha già svolto un ruolo di mediazione in passato, contribuendo alla risoluzione di controversie internazionali e alla promozione della cooperazione tra i popoli.
La decisione di Papa Leone XIV di incontrare Zelensky giunge in un momento cruciale del conflitto, con le ostilità che continuano a infuriare e le prospettive di una soluzione pacifica che appaiono sempre più remote. L’iniziativa del Pontefice potrebbe rappresentare un’opportunità per rilanciare il processo diplomatico e per creare le condizioni per un cessate il fuoco duraturo. Tuttavia, il successo di tale iniziativa dipenderà dalla volontà delle parti in conflitto di impegnarsi in un dialogo sincero e costruttivo, rinunciando a posizioni intransigenti e cercando soluzioni realistiche e accettabili per tutti.
L’incontro tra Papa Leone XIV e Zelensky ha suscitato reazioni contrastanti nella comunità internazionale. Mentre molti hanno accolto con favore l’iniziativa del Pontefice, considerandola un segnale di speranza in un momento di grande difficoltà, altri hanno espresso scetticismo sulla possibilità di raggiungere una svolta significativa nel conflitto. Alcuni analisti politici ritengono che la Russia potrebbe non essere disposta a negoziare in Vaticano, considerandolo un territorio troppo vicino all’Occidente. Altri, invece, sottolineano che la neutralità della Santa Sede potrebbe renderla un luogo ideale per un dialogo riservato e discreto, lontano dalle pressioni politiche e mediatiche.
Indipendentemente dalle prospettive di successo, l’offerta di Papa Leone XIV rappresenta un gesto di grande coraggio e responsabilità, che testimonia l’impegno della Chiesa Cattolica nel promuovere la pace e la giustizia nel mondo. In un momento in cui il mondo è lacerato da conflitti e divisioni, l’appello del Pontefice al dialogo e alla riconciliazione risuona con particolare forza, invitando tutti a superare gli egoismi e gli interessi particolari per costruire un futuro di pace e prosperità per l’umanità.
L’eco dell’incontro si propaga ora tra le cancellerie europee e mondiali. Si attendono reazioni ufficiali da Mosca e Washington, capitali inevitabilmente coinvolte in qualsiasi scenario di risoluzione del conflitto. La diplomazia vaticana, intanto, continua il suo lavoro di tessitura silenziosa, cercando di creare le condizioni favorevoli per un possibile tavolo di negoziati. L’arduo compito di mediazione richiederà pazienza, perseveranza e una profonda comprensione delle dinamiche geopolitiche in gioco. La speranza è che l’appello alla pace lanciato da Papa Leone XIV possa trovare ascolto e tradursi in azioni concrete, aprendo la strada a una soluzione pacifica del conflitto ucraino.


