Economia
L’esercito Silenzioso: Un Milione di Robot Rivoluzionano i Magazzini Amazon
Tra Efficienza e Incertezze sul Futuro del Lavoro
Nei silenti e immensi magazzini di Amazon, un esercito silenzioso sta crescendo: un milione di robot, sentinelle meccaniche di un futuro che bussa alle porte. Un numero che, come un’onda inarrestabile, si espande e trasforma il panorama lavorativo, sollevando interrogativi profondi sul destino dell’occupazione e sul ruolo dell’uomo nell’era dell’automazione.
L’annuncio di Amazon, che svela l’entità di questa rivoluzione robotica, ci pone di fronte a una realtà ineludibile: la tecnologia non è più un semplice strumento, ma un protagonista attivo nel plasmare il nostro mondo. I magazzini, un tempo regno di braccia operose e volti umani, si trasformano in scenari futuristici, dove macchine precise e instancabili svolgono compiti ripetitivi, liberando – almeno in teoria – l’uomo da mansioni gravose.
Ma questa liberazione ha un prezzo? Il Wall Street Journal dipinge uno scenario in cui il numero di robot e dipendenti umani si equivale, un equilibrio precario che solleva timori di sostituzione e disoccupazione. La “Gazzetta della Sera”, attenta alle voci di chi vive sulla propria pelle le trasformazioni del mondo del lavoro, si chiede: come possiamo garantire che il progresso tecnologico sia un motore di crescita inclusiva e non un acceleratore di disuguaglianze?
Amazon, dal canto suo, sottolinea come l’introduzione dei robot abbia aumentato l’efficienza e la produttività, permettendo di spedire un numero sempre maggiore di pacchi per dipendente. Ma dietro questi numeri si celano storie di lavoratori che, come ci racconta il Wall Street Journal, si sono dovuti reinventare, imparando a collaborare con le macchine, a monitorarne il lavoro, a trasformarsi da operai in supervisori. Un cambiamento che non riguarda tutti, però, e che lascia indietro chi non ha le competenze o le opportunità per adattarsi.
L’azienda di Jeff Bezos ha investito ingenti risorse nella robotica, acquisendo nel 2012 Kiva Systems, una società specializzata in robot mobili capaci di prelevare oggetti dagli scaffali e portarli agli addetti alla spedizione. Da allora, i robot si sono evoluti, diventando sempre più sofisticati e versatili. Hercules, Titan, Sequoia, Vulcan e Sparrow sono solo alcuni dei nomi di questi nuovi compagni di lavoro, ognuno con le proprie peculiarità e capacità.
Ma al di là dei modelli e delle specifiche tecniche, ciò che conta è il significato più profondo di questa trasformazione. La robotizzazione del lavoro è una tendenza globale, che interessa non solo Amazon, ma anche altre aziende del settore logistico come DHL e Ambi Robotics. Un cambiamento che richiede una riflessione seria e approfondita sul futuro del lavoro, sulla necessità di investire nella formazione e nella riqualificazione professionale, e sulla creazione di un sistema di welfare in grado di proteggere chi rischia di rimanere indietro.



Economia
Meta Investe nel Futuro dello Sguardo: Un’Alleanza con Essilor Luxottica per Occhiali Intelligenti
Un’alleanza che strizza l’occhio al futuro, un connubio tra visione e stile: Meta, la corazzata digitale che plasma i nostri orizzonti social attraverso Instagram e Facebook, ha scelto di investire in EssilorLuxottica, il colosso italo-francese che custodisce l’eleganza senza tempo di marchi iconici come Ray-Ban e Oakley. Un investimento, pari a circa il 3% delle azioni, che si traduce in un’iniezione di fiducia da 3 miliardi di euro, un segnale forte in un’epoca di cambiamenti rapidi e sfide globali.
Già lo scorso anno, indiscrezioni raccolte da testate autorevoli come il Financial Times e il Wall Street Journal avevano anticipato le mire di Meta, suggerendo un possibile interesse fino al 5% del capitale. Un interesse che affonda le radici in una collaborazione già solida e proficua, nata nel 2019 con la creazione degli smart glasses Ray-Ban Wayfarer. Un progetto ambizioso che ha saputo coniugare tecnologia e design, offrendo un’esperienza innovativa agli utenti, capaci di immortalare momenti, ascoltare musica e restare connessi con un semplice gesto.
A differenza di tentativi precedenti, firmati da giganti come Google e Apple, gli occhiali intelligenti nati dalla partnership tra Meta ed EssilorLuxottica hanno saputo conquistare il mercato, aprendo la strada a nuove prospettive. Un successo che ha portato alla creazione di nuovi modelli, nati dalla collaborazione con Oakley e, prossimamente, con l’eleganza senza tempo di Prada. Un futuro che si indossa, un orizzonte in cui la tecnologia diventa un’estensione del nostro sguardo, un modo nuovo di vivere e condividere il mondo che ci circonda.



Cronaca Italiana
Vacanze a Rischio: Sciopero Aereo il 10 Luglio, Odisea per Migliaia di Viaggiatori
L’estate, tempo di partenze e di sogni che prendono il volo, rischia di trasformarsi in un incubo per migliaia di viaggiatori. Il prossimo 10 luglio, un’agitazione sindacale nel settore del trasporto aereo minaccia di paralizzare gli aeroporti italiani, gettando ombre sulle vacanze di molti.
Lo sciopero, che coinvolgerà il personale di handling – quelle figure silenziose ma indispensabili che si occupano dell’assistenza a terra dei passeggeri e degli aerei – potrebbe causare ritardi, cancellazioni e disagi a catena. Si stimano oltre 210.000 persone coinvolte, un numero che fa tremare chi aveva pianificato da tempo la propria fuga dalla routine.
La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno, proprio nel cuore della stagione turistica, quando gli scali sono affollati di famiglie, lavoratori in trasferta e turisti provenienti da ogni angolo del mondo. Un disagio che si somma alle difficoltà quotidiane, alle preoccupazioni per il futuro, alla ricerca di un po’ di serenità.
L’Enac ha reso noto l’elenco dei voli garantiti, una magra consolazione per chi vedrà il proprio viaggio saltare. Saranno comunque operative le fasce orarie protette, dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21, durante le quali le compagnie dovranno assicurare i collegamenti. Ma al di fuori di queste finestre temporali, il rischio di cancellazioni è concreto, soprattutto per le tratte nazionali e a corto raggio.
Cosa fare, dunque, se il proprio volo viene cancellato? La legge prevede l’assistenza da parte della compagnia aerea, che deve offrire un volo alternativo o il rimborso del biglietto. Nei casi più gravi, devono essere garantiti pasti, trasporti e alloggio. Se la compagnia non si fa carico di queste necessità, il passeggero può provvedere autonomamente, conservando accuratamente scontrini e fatture per ottenere un successivo rimborso.
È importante sapere, però, che in caso di sciopero non è previsto il risarcimento automatico previsto per altri disservizi. Lo sciopero è considerato una circostanza eccezionale, al di fuori del controllo della compagnia. Resta comunque valido il diritto al rimborso delle spese sostenute per raggiungere la destinazione.
Felice D’Angelo, ceo di Italia Rimborso, sottolinea come luglio sia il mese di picco per i voli e come le segnalazioni di disagi siano in costante aumento. Il consiglio è di agire tempestivamente: se il volo viene cancellato e la compagnia non offre un’alternativa, è possibile acquistare un nuovo biglietto e chiedere il rimborso delle spese.



Politica Estera
Carola Rackete lascia il Parlamento Europeo: un’eredità di impegno e attivismo
Strasburgo saluta Carola Rackete, l’attivista tedesca che ha lasciato un segno indelebile nel dibattito europeo sull’immigrazione e la giustizia climatica, con le sue dimissioni dal Parlamento Europeo. Rackete, nota per aver sfidato apertamente le politiche del governo italiano nel 2019 come capitana della Sea Watch 3, ha motivato la sua decisione con l’obiettivo di aver contribuito al rinnovamento del partito Die Linke, un processo che, a suo dire, sta procedendo positivamente. La sua eredità, però, va ben oltre i confini di un singolo partito.
Eletta con la promessa di portare le istanze dei movimenti sociali direttamente nel cuore dell’Europa, Rackete ha sempre concepito il suo mandato come un’azione collettiva. “Come persona attiva nei movimenti sociali, io e il mio team abbiamo discusso fin dall’inizio di definire il mandato in modo collettivo e questo spirito collettivo si sta ora concretizzando con le mie dimissioni”, ha dichiarato in una nota, sottolineando l’importanza di un impegno condiviso e partecipativo.
A raccogliere il testimone di Rackete sarà Martin Günther, proveniente dal Brandeburgo, che ha già annunciato la sua intenzione di proseguire la battaglia per la giustizia climatica, con un occhio particolare alle dinamiche economiche. “Un’UE più sociale ed ecologica sarà possibile solo se la rivendicheremo ai super-ricchi e ai loro lobbisti”, ha affermato Günther, promettendo di collaborare con le forze progressiste di tutta Europa.
Ma chi è Carola Rackete? Oltre al suo impegno umanitario in mare, Rackete è una figura che incarna la determinazione e la coerenza. La sua battaglia legale con l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini l’ha resa un simbolo per molti, una voce coraggiosa in difesa dei diritti umani e dell’ambiente. Come ricorda The Left, Rackete ha sempre creduto nell’interconnessione tra cambiamento climatico, giustizia globale e politiche migratorie, portando avanti questa visione nelle commissioni ENVI, ECON e AGRI del Parlamento Europeo.
Il co-presidente di The Left, Martin Schirdewan, ha espresso gratitudine per il lavoro svolto da Rackete, definendola “un’eroina per tantissime persone in tutta Europa”. La sua eredità, ha aggiunto Schirdewan, continuerà a vivere nell’impegno del partito per l’azione climatica, i diritti dei lavoratori e la revisione delle politiche migratorie europee. Un’eredità di coraggio e determinazione, che continuerà a ispirare chi crede in un futuro più giusto e sostenibile.



Life & Style
Estate senza freni: riscoprire il valore della noia nell’infanzia
L’estate, quel lungo respiro tra un anno scolastico e l’altro, un tempo che evoca immagini di libertà, avventure e scoperte. Ma per molti genitori, la fine della scuola segna l’inizio di una nuova sfida: come riempire quelle settimane apparentemente infinite? La risposta, per alcuni, sta nel “kids rotting”, un approccio che, pur sollevando interrogativi, invita a riconsiderare il valore della noia e del tempo libero nell’infanzia.
Il termine, traducibile come “ragazzi che marciscono”, può suonare provocatorio, quasi allarmante. Ma dietro questa etichetta si cela un movimento che sta guadagnando terreno, soprattutto tra le famiglie che possono permetterselo. Si tratta di una scelta consapevole di non sovraccaricare i bambini con attività strutturate, campi estivi e impegni extrascolastici, lasciando loro, invece, la libertà di oziare, esplorare e, soprattutto, annoiarsi.
L’idea alla base è semplice: la noia stimola la creatività, l’autonomia e la capacità di problem-solving. Quando i bambini non hanno un programma rigido da seguire, sono costretti a trovare modi per intrattenersi, a inventare giochi, a esplorare il mondo che li circonda. Questo processo, apparentemente improduttivo, può in realtà essere estremamente formativo.
Ma il “kids rotting” è davvero una soluzione praticabile per tutte le famiglie? E quali sono i rischi e i benefici di questo approccio? La Gazzetta della Sera ha approfondito la questione, raccogliendo le voci di esperti, genitori e, naturalmente, bambini, per offrire una panoramica completa e sfaccettata di questo fenomeno.
Il contesto italiano: un’estate lunga e costosa
L’Italia, con le sue vacanze scolastiche tra le più lunghe d’Europa, rappresenta un terreno fertile per il dibattito sul “kids rotting”. Le famiglie italiane si trovano spesso a dover gestire un periodo di inattività scolastica che può durare fino a 14 settimane, un arco di tempo considerevole che richiede una pianificazione accurata.
Il costo dei campi estivi e delle attività extrascolastiche può essere proibitivo per molte famiglie. Secondo un rapporto dell’istituto EU.R.E.S. e dell’associazione Adoc, una settimana a tempo pieno in un campo estivo costa mediamente 173 euro. Moltiplicando questa cifra per il numero di settimane di vacanza, si ottiene una spesa significativa che non tutti possono sostenere.
Per molte famiglie, quindi, lasciare i figli “sfaccendati” d’estate non è una scelta, ma una necessità. Tuttavia, anche quando le risorse economiche lo permetterebbero, alcuni genitori scelgono consapevolmente di non riempire l’estate dei propri figli con attività strutturate, abbracciando i principi del “kids rotting”.
La noia come opportunità: il parere degli esperti
La noia, spesso vista come un nemico da combattere, può in realtà essere un’alleata preziosa per lo sviluppo dei bambini. Francesco Sulla, ricercatore in psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Università di Foggia, sottolinea come il tempo libero non programmato possa offrire ai bambini opportunità preziose di sviluppare capacità organizzative autonome.
“Quando i bambini si annoiano, sono costretti a trovare modi per intrattenersi”, spiega Sulla. “Questo li spinge a essere creativi, a inventare giochi, a esplorare il mondo che li circonda. Inoltre, la noia può favorire la riflessione interiore e la consapevolezza di sé”.
Arianna Giorgia Bonazzi, giornalista e scrittrice di libri per bambini, evidenzia come il “kids rotting” possa essere una risposta alla “moderna cultura parentale ultracompetitiva”. “Oggi c’è molta più insicurezza riguardo all’idea che investire nella formazione dei ragazzi assicuri loro una posizione migliore nella società”, afferma Bonazzi. “Questo porta alcuni genitori a rifiutare una certa forma capitalista di organizzare il tempo dei ragazzi e di renderli performanti”.
I rischi e le sfide del “kids rotting”
Nonostante i potenziali benefici, il “kids rotting” presenta anche dei rischi e delle sfide. Lasciare i bambini senza supervisione per lunghi periodi di tempo può essere pericoloso, soprattutto se vivono in zone poco sicure o se non hanno ancora sviluppato un adeguato senso di responsabilità.
Inoltre, il “kids rotting” non è un’opzione praticabile per tutte le famiglie. Richiede la presenza di un genitore che non lavora o che lavora da casa, oppure la disponibilità di nonni o babysitter che possano prendersi cura dei bambini in orario lavorativo.
Un altro rischio è che i bambini, lasciati a se stessi, finiscano per trascorrere troppo tempo davanti agli schermi. Il neologismo “brain rot”, utilizzato per descrivere un certo tipo di effetto negativo di internet, richiama l’importanza di limitare l’utilizzo di smartphone e tablet, offrendo alternative realmente accessibili come spazi di quartiere, giochi all’aperto e materiali con cui sperimentare.
Il ruolo dei genitori: tra controllo e monitoraggio
Il successo del “kids rotting” dipende in gran parte dal ruolo dei genitori. È fondamentale trovare un equilibrio tra il controllo e il monitoraggio, evitando sia un’eccessiva supervisione, che soffoca l’autonomia dei bambini, sia un abbandono totale, che li espone a rischi e pericoli.
Sulla sottolinea l’importanza di un “monitoraggio parentale” basato sulla fiducia reciproca e sul dialogo. “È proprio in quelle zone di libertà vigilata che bambine e bambini imparano a fare scelte autonome senza sentirsi abbandonati”, afferma Sulla.
Inoltre, è fondamentale offrire ai bambini alternative valide all’utilizzo di smartphone e tablet. “Limitare i dispositivi in alcune fasce orarie può avere senso, ma solo in combinazione con alternative realmente accessibili”, spiega Sulla. “Altrimenti la noia rischia di trasformarsi in mera deprivazione”.
Oltre il “kids rotting”: un’estate su misura per ogni bambino
In definitiva, il “kids rotting” non è una panacea, ma un approccio che può essere valido per alcune famiglie e per alcuni bambini. L’importante è non cadere in dogmi o estremismi, ma trovare un equilibrio che tenga conto delle esigenze e delle caratteristiche di ogni singolo bambino.
Un’estate ideale dovrebbe essere un mix di attività strutturate e tempo libero non programmato, di esperienze nuove e momenti di relax, di socializzazione e solitudine. L’obiettivo è offrire ai bambini l’opportunità di crescere, imparare e divertirsi, senza sovraccaricarli di impegni o privarli della libertà di esplorare il mondo a modo loro.
La Gazzetta della Sera invita i genitori a riflettere su questi temi, a confrontarsi con esperti e altri genitori, e a trovare la formula giusta per un’estate indimenticabile, all’insegna della crescita, della scoperta e del divertimento.
Esperienze a confronto: il “kids rotting” nel mondo
Il “kids rotting”, pur essendo un fenomeno relativamente recente, ha radici in diverse culture e tradizioni. In molti paesi, soprattutto quelli del Nord Europa, è consuetudine lasciare che i bambini trascorrano molto tempo all’aperto, senza supervisione costante, incoraggiando l’esplorazione e l’autonomia.
Negli Stati Uniti, il “kids rotting” è stato promosso da alcuni esperti come una risposta all’eccessiva programmazione e competizione che caratterizzano l’infanzia contemporanea. Tuttavia, l’approccio è stato accolto con scetticismo da alcuni genitori, preoccupati per la sicurezza dei propri figli e per la mancanza di opportunità educative.
In Giappone, la cultura del “kodomo no hi”, la festa dei bambini, celebra l’importanza dell’infanzia e incoraggia i genitori a dedicare tempo e attenzione ai propri figli. Tuttavia, il sistema scolastico giapponese è estremamente competitivo e molti bambini trascorrono molto tempo a studiare e frequentare corsi extrascolastici.
Consigli pratici per un “kids rotting” consapevole
Se si decide di abbracciare i principi del “kids rotting”, è importante farlo in modo consapevole e responsabile. Ecco alcuni consigli pratici:
- Valutare attentamente le esigenze e le caratteristiche del proprio bambino.
- Creare un ambiente sicuro e stimolante.
- Offrire alternative valide all’utilizzo di smartphone e tablet.
- Stabilire regole chiare e coerenti.
- Comunicare con il proprio bambino e ascoltare le sue esigenze.
- Essere flessibili e adattarsi alle circostanze.
- Non sentirsi in colpa se si decide di iscrivere il proprio bambino a un campo estivo o a un’attività extrascolastica.
L’importante è trovare un equilibrio che funzioni per la propria famiglia e che permetta al proprio bambino di crescere, imparare e divertirsi.
Un invito alla riflessione
L’estate è un’opportunità preziosa per i bambini di ricaricare le energie, esplorare il mondo e scoprire se stessi. Il “kids rotting” può essere un approccio valido per favorire l’autonomia, la creatività e la capacità di problem-solving. Tuttavia, è importante farlo in modo consapevole e responsabile, tenendo conto delle esigenze e delle caratteristiche di ogni singolo bambino.
La Gazzetta della Sera invita i genitori a riflettere su questi temi e a trovare la formula giusta per un’estate indimenticabile, all’insegna della crescita, della scoperta e del divertimento.





Politica Estera
Papa Leone XIV: un inchino all’infanzia, una lezione per il mondo
In un mondo spesso dominato da dinamiche complesse e sfide globali, un gesto semplice può racchiudere un significato profondo. L’immagine di Papa Leone XIV che si china verso una bambina, accogliendo il suo disegno con un sorriso, è diventata una parabola silenziosa, eppure eloquente, di un pontificato che sembra voler riscoprire la prospettiva dell’infanzia.
Sono passati pochi mesi dall’insediamento di Papa Leone XIV, e già il suo pontificato si distingue per gesti di umanità e prossimità. Ricordiamo ancora l’emozione palpabile durante la sua prima benedizione Urbi et Orbi, ma è in questa immagine meno eclatante, in questo incontro semplice e spontaneo, che si cela un messaggio universale: per costruire un futuro migliore, dobbiamo imparare a guardare il mondo con gli occhi dei bambini.
Cosa vedono i bambini che noi adulti spesso non riusciamo più a percepire? Vedono la purezza, la sincerità, la capacità di meravigliarsi di fronte alle piccole cose. Vedono un mondo di possibilità, non ancora offuscato dalle disillusioni e dai compromessi. Se ci abbassassimo al loro livello, se ascoltassimo le loro voci, forse troveremmo soluzioni nuove e coraggiose alle sfide che ci affliggono.
Papa Leone XIV, con questo gesto, ci invita a riflettere sul nostro ruolo nei confronti dell’infanzia. Troppo spesso, i bambini sono le prime vittime delle nostre guerre, delle nostre ingiustizie, del nostro egoismo. Sono i bambini di Gaza, di Kharkiv, di Goma, che pagano il prezzo più alto dei conflitti e delle disuguaglianze. Cosa vedremmo se ci mettessimo nei loro panni? Forse, finalmente, proveremmo vergogna e sentiremmo l’urgenza di agire.
Come ricordava Gandhi, “Se vogliamo insegnare la vera pace in questo mondo, dobbiamo cominciare dai bambini”. Immaginiamo un mondo in cui i bambini avessero voce in capitolo, in cui le loro esigenze e i loro sogni fossero al centro delle decisioni politiche ed economiche. Forse, allora, potremmo davvero costruire un futuro di pace, giustizia e prosperità per tutti.
Papa Leone XIV, con la sua umiltà e la sua attenzione verso i più piccoli, ci offre una lezione preziosa. Farsi piccoli per rendere più grande la nostra umanità: un invito a riscoprire la bellezza della semplicità, la forza della compassione, la saggezza dell’infanzia. Un invito che, in questi tempi difficili, risuona con una forza ancora maggiore.



Sport
Formula uno in Red Bull: Christian Horner lascia la guida del team
L’annuncio, giunto come un fulmine a ciel sereno nel paddock della Formula 1, ha scosso dalle fondamenta il team campione del mondo: Christian Horner, figura carismatica e controversa, lascia la guida della Red Bull Racing. La notizia, inizialmente sussurrata tra gli addetti ai lavori, ha trovato conferma in un comunicato ufficiale rilasciato poche ore fa dalla scuderia austriaca, gettando un’ombra di incertezza sul futuro immediato del team.
Horner, al timone della Red Bull fin dal suo ingresso in Formula 1 nel 2005, ha guidato la squadra a sei titoli mondiali piloti e cinque titoli costruttori, cementando il suo ruolo come uno dei team principal più vincenti e influenti nella storia recente dello sport. La sua leadership, spesso descritta come ferrea e pragmatica, ha contribuito a creare un ambiente altamente competitivo che ha permesso a piloti del calibro di Sebastian Vettel e Max Verstappen di esprimere al massimo il loro potenziale.
Le ragioni ufficiali dietro questa decisione, secondo il comunicato Red Bull, sono da ricondurre a “divergenze strategiche insanabili” con la proprietà, in particolare per quanto concerne la direzione futura del team e la gestione delle risorse. Tuttavia, indiscrezioni provenienti da fonti interne suggeriscono che la situazione sia ben più complessa, con possibili contrasti legati alla recente acquisizione di quote di maggioranza da parte di un fondo di investimento mediorientale e alle conseguenti ripercussioni sulla governance del team.
Il tempismo dell’annuncio, a pochi giorni dall’inizio della stagione 2024, aggiunge ulteriore pepe alla situazione. La Red Bull, forte di una vettura che si preannuncia ancora una volta dominante, si trova ora a dover affrontare un cambio di leadership in un momento cruciale. L’impatto di questa transizione sulla performance del team è al momento difficile da prevedere, ma è indubbio che la squadra dovrà dimostrare grande resilienza e coesione per mantenere gli elevati standard di competitività a cui ha abituato i suoi tifosi.
Chi prenderà il posto di Horner? Il toto-nomi è già partito, con diverse figure di spicco del motorsport internazionale accostate al ruolo. Tra i candidati più quotati figurano Jonathan Wheatley, attuale direttore sportivo della Red Bull, e Andreas Seidl, ex team principal della McLaren e attualmente amministratore delegato del Gruppo Sauber. Non è da escludere, tuttavia, una soluzione interna, con la promozione di un profilo emergente proveniente dalle fila del team.
Al di là del nome del successore, la sfida più grande per la Red Bull sarà quella di preservare la stabilità e la continuità del progetto tecnico, elementi fondamentali per continuare a primeggiare in Formula 1. La squadra dovrà dimostrare di saper superare questo momento di turbolenza e di saper ripartire con rinnovato entusiasmo, mantenendo intatto lo spirito vincente che l’ha contraddistinta negli ultimi anni. L’eredità di Christian Horner è pesante, ma la Red Bull ha tutte le carte in regola per continuare a scrivere pagine importanti nella storia del motorsport.
L’addio di Horner apre scenari inediti anche sul fronte piloti. Max Verstappen, legato alla Red Bull da un contratto pluriennale, potrebbe essere tentato da nuove sfide in altri team se la situazione interna dovesse degenerare. Allo stesso modo, Sergio Perez, compagno di squadra di Verstappen, si trova ora in una posizione di maggiore incertezza, con il suo futuro legato alle decisioni del nuovo management.
In definitiva, l’uscita di scena di Christian Horner rappresenta un punto di svolta per la Red Bull Racing e per l’intera Formula 1. Un capitolo si chiude, ma la storia continua, con nuove sfide e nuove opportunità all’orizzonte. Resta da vedere se la squadra austriaca saprà trasformare questa crisi in un’occasione per rinnovarsi e per consolidare ulteriormente la sua posizione di leadership nel mondo delle corse.

Mondiale per Club, Stasera il Sogno si Infrange o Diventa Realtà: PSG Contro Real Madrid per un Posto nella Storia
L’attesa è palpabile, quasi elettrica. Stasera, sotto i riflettori abbaglianti del Mondiale per Club, non si gioca una semplice semifinale, ma un preludio alla gloria eterna. Chelsea, guidato da un Maresca in stato di grazia e trascinato dal talento di Joao Pedro, ha già staccato il biglietto per la finale, attendendo con trepidazione il nome del suo avversario.
Alle ore 21:00, il destino si compirà. Paris Saint-Germain contro Real Madrid: un duello titanico, una sinfonia di stelle pronte a illuminare il firmamento calcistico. Da un lato, il PSG di Donnarumma, forte di un collettivo affamato di successi e con il mirino puntato su uno storico poker di trofei. Dall’altro, il Real Madrid di Xabi Alonso, un maestro stratega alla ricerca del suo primo trionfo sulla panchina delle merengues.
Ma il cammino verso la finale è lastricato di insidie. Luis Enrique, allenatore del PSG, deve fare i conti con una difesa decimata dalle squalifiche di Pacho e Hernandez. Un’emergenza che lo costringerà a schierare il giovane Beraldo al fianco dell’esperto Marquinhos, baluardi chiamati a proteggere la porta di Donnarumma.
Per il resto, la formazione parigina non dovrebbe subire scossoni. A centrocampo, spazio alla creatività di Fabian Ruiz e Vitinha, orchestrata dalla sapiente regia di Joao Neves. In attacco, il solito ballottaggio tra Douè e Barcola per affiancare gli inamovibili Kvaratskhelia e Dembélé, pronti a seminare il panico nella retroguardia avversaria.
Xabi Alonso, dal canto suo, sembra intenzionato a rispondere con un audace 3-4-2-1. L’assenza dello squalificato Huijsen spalanca le porte ad Asencio, chiamato a dare solidità al reparto arretrato. Sulle fasce, la spinta propulsiva di Alexander-Arnold e Fran Garcia, mentre in mediana Valverde sarà affiancato da Bellingham, faro del centrocampo madrileno.
Il nodo cruciale riguarda l’attacco. Mbappé scalpita per una maglia da titolare, ma attenzione alla candidatura di Garcia, autore di quattro gol in cinque partite in questo Mondiale per Club. Alle loro spalle, pronti a illuminare la scena con la loro classe cristallina, Arda Guler e Vinicius Junior.
Ecco le probabili formazioni che scenderanno in campo stasera:
Paris Saint Germain (4-3-3): Donnarumma; Hakimi, Marquinhos, Beraldo, Nuno Mendes; Neves, Vitinha, Fabian Ruiz; Dembelé, Barcola, Kvaratskhelia. Allenatore: Luis Enrique.
Real Madrid (3-4-2-1): Courtois; Rudiger, Tchouameni, Asencio; Alexander-Arnold, Valverde, Arda Guler, Fran Garcia; Bellingham, Vinicius Junior; Mbappé.


